E’ morto all’età di 91 anni Enzo Arena, uno dei più celebri piloti siciliani dagli Anni ’50 ai ’70 che, assieme al preside volante Nini Vaccarella e al barone Antonio Pucci, animarono il mondo delle competizioni nell’Isola e nel resto dell’Europa, dimostrando come i gentleman driver di quella generazione potessero ottenere risultati paragonabili, se non migliori, rispetto ai piloti professionisti.
Nato a Catania da una famiglia agiata, Vincenzo ‘Enzo’ Arena curiosamente ha sfiorato più volte il consolidamento della sua attività agonistica all’interno di grandi team, come quelli della Ford Cobra di Caroll Shelby (il manager ex pilota che portò l’Ovale Blue a vincere alla 24 Ore di Le Mans), ma anche dell’Abarth e della Porsche.
Fondatore assieme ad altri appassionati della Scuderia Etna, Arena si mise in luce negli Anni ’50 proprio nelle gare isolane, prima con Fiat elaborate e poi (è il 1958) con un’ Abarth 750 GT Zagato con cui coglie vittorie di classe a Siracusa, a Palermo, Messina, in Calabria ed un terzo posto al Giro di Sicilia.
Ripubblichiamo volentieri una intervista che il pilota Catanese ci fece nel 2012 a Catania.
Intervista al pilota automobilistico catanese Enzo Arena tra nostalgia e ricordi.
Tra i personaggi legati alla mitica Targa Florio e a tutte quelle corse che si sono disputate in Sicilia a cavallo tra gli anni quaranta e gli anni sessanta, abbiamo incontrato Enzo Arena ,Catanese di nascita , grande pilota siciliano dell’epoca, che fu sul punto di spiccare il grande salto nell’olimpo mondiale dei drivers internazionali..
Nel momento in cui la sua carriera stava per decollare, un bruttissimo incidente sul circuito del Nurbugring ad Adenau , troncò di netto le sue aspettative.
Lo abbiamo incontrato qui a Catania nella sua abitazione , immerso tra i suoi ricordi cartacei e i suoi innmerevoli trofei.e coppe conquistate.Con un pizzico di nostalgia ci mostra il contratto di ingaggio che Carlo Abarth gli fece, quando lo chiamò nel suo team dove gravitava Carlo Avidano e Mauro Poltronieri poi superato un primo momento di timidezza,comincia a parlare e a rievocare le sue esperienze passate con grande nostalgia.
Enzo Arena nato da famiglia agiata,comincia la sua carriera con la vettura di suo padre che per quella occasione trasforma con dei piccoli accorgimenti meccanici, testata e albero a cammes.La dimestichezza con le vetture anche quelle di serie si vede subito.Ha modo di mettersi in evidenza e Virgilio Conrero intravedendo le sue qualità, gli da questa possibilità. I risultati sono eclatanti ottiene una serie di vittorie di classe e mostra da subito una grande abilità con le vetture da competizione.Corre in coppia con Pernice , fa parte della Scuderia Etna di Catania che annoverava a quell’epoca piloti di valore come Angelo Bonaccorsi, Vito Sabbia, Grimaldi, e Virgilio tanto per citarne alcuni.
Corre con la Ford Cortina e stabilisce tempi da record nella corsa in salita Bologna-Passo di Raticosa, partecipa alla 12 ore di Monza nel vecchio tracciato dove corre anche Villoresi..Fa amicizia con piloti di un certo valore come con Hans Hermann e Ignazio Giunti che in seguito chiederanno di correre in coppia con Lui.Fa amicizia con Forghieri ed Eugenio Dragoni con i quali intrattiene dei rapporti cartacei fino a qualche tempo fa..Il giovane Enzo dovunque corra, da il meglio di se stesso anche con vetture ritenute poco competitive
Si mette in evidenza alla Targa Florio dove partecipa per ben sette edizioni, ottenendo dei podi assoluti e vittorie di classe..
Il risultato più eclatante lo ottiene con una Alfa Romeo TZ 1300 in coppia con Ignazio Giunti ancora alle prime armi, a bordo della quale arriva settimo assoluto dietro i mostri sacri Ferrari e Porsche con prestazioni velocissime sul tracciato.Difatti ci tiene a precisare che il Circuito delle Madonie lo conosceva a menadito, ogni curva ogni cunetta era una sua prerogativa.. Su questo circuito ha modo di correre anche con il mitico barone Pucci ottenendo un terzo posto assoluto con una Porsche 908 ed ha modo di conoscere Nino Vaccarella idolo locale e pilota prestigioso con il quale cementa la sua amicizia che dura fino ad oggi, ancora intatta.
L’altra prestazione memorabile Enzo Arena la ottiene sul circuito delle Madonie con una Ford Cobra in coppia con Vito Coco.
Da premettere che le Ford scesero nelle Madonie con uno squadrone autentico, tre vetture con Phil Hill che quell’anno si era laureato Campione del Mondo con la Ferrari P.156 a lisca di pesce, Bondurant e Ireland; inoltre lo squadrone americano annoverava:”Carol Shelby ex pilota di Formula uno, come direttore sportivo”.Le Cobra erano delle vetture poderose con un motore che erogava ottomila e cinquecento giri ma difficili da guidare con un cambio durissimo, che procurava a chi non aveva dimestichezza le piaghe alle mani..Carol Shelby all’inizio non si preoccupò minimamente della vettura che doveva servire per Enzo Arena e Vito Coco, lo considerava uno dei tanti ; si pensi che i due piloti rimasero appiedati fino al giorno prima delle corsa in quanto la Casa Madre aveva inviato la vettura con un cargo aereo sino a Palermo e da Palermo inviata a Cerda, all’ultimo momento.I due piloti non si preoccuparono più di tanto dell’accaduto, l’importante era correre e partecipare alla Targa..
Arena e Coco provarono il giorno prima con una Mustang che sicuramente era ben lontana dalle performance della Cobra;la squadra ufficiale aveva ben altro a cui pensare ma dovette ricredersi ben presto quando il giorno della corsa , Arena saltò al volante della vettura arrivata qualche ora prima, desideroso di correre non pensando minimamente alle prove non effettuateEcco il racconto di Enzo Arena:
“Parti con una vettura sconosciuta che non avevo avuto modo di conoscere in prova , il cambio era durissimo e il motore potentissimo.Pensavo alla pessima figura che avrei fatto. Alla partenza ricordo che rimasi con la prima marcia innestata e per cambiare in seconda ebbi grandi difficoltà, Finalmente dopo un paio di kilometri, riusci a trovare gli innesti giusti, avevo le mani piagate , conoscevo il tracciato delle Madonie bene , ricordo che feci il terzo miglior tempo, nonostante la vettura sul rettilineo non scaricava tutti i cavalli per terra e vibrava in modo pesante tanto che per riprenderla dovevo togliere la marcia.Feci il giro più veloce e ai box mi fu detto in seguito che Shelby era rimasto senza parole per quello che avevo fatto. Quella prestazione mi valse la stima e la riconoscenza della squadra, anche se i mostri sacri Hill ed Ireland mi guardavano stupiti e perplessi quasi non volessero dare importanza all’episodio.”Poi la vettura , ebbe dei problemi in gara e ci dovemmo ritirare.
Quella prestazione mi valse l’invito dello squadrone americano al Nurbugring dove la” good year” doveva provare nuove coperture sulla vettura; ricordo che emozionato per l’occasione parti in Caravelle e un accompagnatore della squadra e lo stesso Shelby mi portarono in un albergo di grande lusso dove pernottai fino all’indomani data fissata per le prove prestabilite, tutto a spese della squadra “Ford Cobra”, mi sembrava di sognare.Ebbi la seria possibilità di rimanere nel loro team e andare in America, ma purtroppo le tante altre vicissitudini familiari mi fecero abbandonare questi progetti e non se ne fece nulla. Poi qualche anno dopo l’incidente al Nurbugring che mi tenne tra la vita e la morte, mi fece bruscamente tornare alla realtà.Ci volle del tempo affinche riprendessi la vita normale di sempre.Rimasi segnato per tutta la vita.
Nonostante tutto Enzo Arena nella vita normale di tutti i giorni non ha perso la voglia di vivere e andare sempre avanti.E’ un patito di corse sempre.Segue il Campionato Turismo e il Campionato GT Nazionale e Europeo.Non disdegna la formula uno che considera noiosa e priva di spettacolo.Meglio la GP2 e i Rally che danno al pilota la possibilità di mettere in mostra le proprie qualità.Ha espresso un desiderio scandito a mezza voce, quello di andare a Cerda e rifare il percorso che lo ha visto nascere e crescere, con una vettura qualsiasi.Resta immutata sempre l’ammirazione e l’amicizia per il “Professore” Nino Vaccarella che considera uno dei migliori piloti del mondo che la Sicilia automobilistica abbia espresso.
Un caro ricordo va anche alle persone che se ne sono andate come l’amico Barone Pucci ,Calascibetta , Angelo Bonaccorsi, Vito Coco e Virgilio che hanno lasciato nel suo cuore un vuoto incolmabile.Quando ci raccontava questi episodi della sua vita vissuta felicemente e pericolosamente come ci tiene a precisare, lo abbiamo visto commuoversi come un ragazzo.Alla nostra domanda se rifarebbe tutto quello che ha fatto , la risposta è stata affermativa. Grazie Enzo per aver fatto sognare tanti ragazzi della nostra generazione che si accontentavano di poco ma quando vedevano sfrecciare una vettura rombando li assaliva una frenesia di giovinezza , di gioia che oggi è difficile spiegare.
Un bel ricordo per l’amico Enzo.