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La storia della mitica squadra Alfa Romeo e dell’Autodelta

Riportiamo con piacere un articolo molto dettagliato e ben scritto da Enzo Manzo  dal forum Targa Florio sull’Autodelta  dalla nascita della mitica squadra  alla sua scomparsa con la crisi mondiale che ormai divora tanti colossi industriali.

Enzo Manzo insieme ai tanti soci e professionisti iscritti al Club “Amici della Targa Florio” oltre ad essere un  un grande collezionista di materiale inerente la corsa è  una fonte preziosa di notizie sulla mitica corsa delle Madonie attraverso i tempi e sulle squadre che hanno solcato quelle strade.L’Associazione inoltre insieme al mitico pilota Siciliano Nino Vaccarella, si sta facendo promotrice di eventi rievocativi sulla Targa Florio invitando a Cerda ,Collesano e Campofelice, piloti e auto che hanno fatto la storia della corsa, sostituendosi degnamente alle istituzioni latitanti ormai da tempo in questo campo. Per i lettori e i visitatori del sito pubblichiamo questo bell’articolo che sicuramente evocherà tanti bei ricordi ai sessantenni di oggi..

 

AUTODELTA                                              

Il 5 marzo 1963 viene registrata presso la Camera di Commercio di Udine la società a nome collettivo “Auto-Delta”, formata dai soci paritari Carlo Chiti e Lodovico Chizzola. Chiti proviene dall’esperienza in Ferrari, mentre Chizzola è concessionario Alfa Romeo a Udine. Il ruolo affidato all’Auto-Delta, che diventerà nel novembre del ’64 Autodelta S.p.A., è quello di far tornare alle corse le vetture Alfa Romeo dopo l’abbandono dalle corse, avvenuto all’inizio degli Anni Cinquanta.
L’Autodelta nasce a Feletto Umberto (Udine) poiché nella città friulana ha sede la Concessionaria Alfa Romeo di Chizzola. Qui vengono preparate le prime TZ (Tubolare Zagato), a coda tronca, caratteristica che garantisce una migliore penetrazione dell’aria.
Concepita nel 1959 per sostituire la Giulietta SZ, la Giulia TZ viene presentata nel giugno del 1962. Per l’omologazione Gran Turismo è necessario produrne almeno 100 esemplari. Ne vengono costruite 124 unità. Il motore è un 1.6 da 112 CV. Il peso dell’auto a secco è di soli di 660 kg. La velocità massima 215 km/h.
Il debutto nelle competizioni avviene a Monza nel novembre del 1963, alla Coppa Fisa, nella quale quattro Alfa Romeo Giulia TZ si piazzano ai primi quattro posti della categoria prototipi con Lorenzo Bandini, Roberto Bussinello, Giancarlo Baghetti e Consalvo Sanesi. L’omologazione nella categoria Gran Turismo avviene all’inizio del 1964 e inaugurata con l’affermazione nella propria categoria, in Florida, alla 12 Ore di Sebring (dove l’anno successivo conquista i primi tre posti di classe) con Stoddard – Kaser, seguita dai successi, sempre nell’ambito del Gran Turismo fino a 1600 cm3, alla 48a Targa Florio con Bussinello – Todaro, terzi assoluti, alla 1000 Chilometri del Nurburgring con Biscaldi – Furtmayr e alla 24 Ore di Le Mans con Bussinello – Deserti. La Giulia TZ è vincente anche nei rallies: l’equipaggio francese Rolland – Augias si impone infatti nella classifica assoluta della Coupe des Alpes e al Criterium des Cevennes, seconda assoluta al Tour de Corse, prima di classe al Tour de France.
L’Alfa Romeo Giulia Ti Super (Jolly Club) si dimostra subito competitiva nei rallies: De Adamich – Scarambone si impongono nel Rally dei Fiori, con Cavallari – Munari alla prima edizione del mitico S. Martino di Castrozza .
Alla fine dell’anno la sede dell’officina Autodelta viene trasferita da Feletto Umberto (Udine) a Settimo Milanese, in modo da poter lavorare con maggior sinergia con l’Alfa Romeo. Nel contempo ha preso vita la sede di Balocco come campo prova per tutte le vetture da corsa e non solo. A Balocco sono state approntate tutte le principali curve e rettifili dei più importanti autodromi del mondo (in primis le curve di Lesmo, tratti dei circuiti di Zolder, di Zandvoort, le Mans, etc) e ancora oggi identificano con il nome “misto Alfa Romeo” l’area che è rimasta intatta dall’epoca su cui si fanno prove relative a prototipi e vetture di serie. Intatta anche la Cascina Bella Luigina e il fabbricato antistante che prende il nome di Autodelta in cui venivano ricoverate le Alfa Romeo da corsa in attesa di collaudo. È ancora esistente in pista la cabina di rilevamento tempi sul giro.
Anche il 1965 è ricco di successi, che culminano con le vittorie assolute della Giulia TZ alla 6 Ore di Melbourne con Roberto Bussinello e al Giro d’Italia con Andrea De Adamich e Franco Lini.
Nello stesso anno viene presentata al Salone di Amsterdam e successivamente a quello di Ginevra la Alfa Romeo Giulia GTA, versione trasformata, principalmente per le competizioni, dell’Alfa Romeo Giulia GT, introdotta sul mercato due anni prima. La sigla A significa alleggerita, perché la scocca, attraverso l’adozione della lamiera esterna in lega leggera completamente chiodata alla struttura (priva di pannelli antirombo), permette di risparmiare 205 kg rispetto al modello di serie. La versione corsa pesa infatti solo 700 kg. E, rispetto al modello normale, ha la testa a doppia accensione (due candele per cilindro). Eroga una potenza di 115 CV a 6000 giri/min per una velocità massima di oltre 185 km/h per la versione stradale, che diventano, per quella corsa, 220 km/h grazie alla maggiore potenza, quantificabile in 170 CV a 7500 giri/min.
Questo modello, di 1600 cm3, si aggiudica il Challenge Europeo Marche per tre anni consecutivi, dal 1966 al 1968, e Piloti con Andrea De Adamich (1966 e ’67) e con Spartaco Dini (1968).
Ignazio Giunti si aggiudica il campionato Europeo della Montagna del ’67. In questo triennio i successi della GTA sono innumerevoli, anche all’estero, negli Stati Uniti e in Sudamerica. Tra i successi più prestigiosi della GTA si segnalano il 1°, 2° e 4° posto assoluto alla Sei ore del Nurburgring del 1967, il 1° e 2° posto assoluto nella 250 Miglia di Castle Rock – Colorado.
Nel 1966 la Giulia GTA ottiene un prestigioso successo nei rallies: Arnaldo Cavallari e Dante Salvay si aggiudicano la Mitropa Cup. Sempre nel 1966 l’Autodelta viene consociata all’Alfa Romeo e Carlo Chiti ne diventa il direttore. D’ora in avanti l’Autodelta diventa il “braccio armato” di Alfa Romeo nelle competizioni e nello sviluppo di nuove tecnologie.
Nel 1967 viene realizzato un prototipo GTA sovralimentato per competere nel Gruppo 5. Il motore viene elaborato da Autodelta, che abbina due compressori centrifughi coassiali ciascuno ad una turbina azionata dall’olio messo in pressione da una pompa assiale, collegata mediante catena al motore. Un’altra peculiarità del motore è il raffreddamento ad acqua direttamente nei condotti di alimentazione al fine di ridurre la temperatura della miscela nella camera di scoppio.
La potenza è di 220 CV e durante le prove a Balocco questa GTA denominata SA (sovralimentata) supera i 240 km/h. Con il pilota tedesco Dau vince la 100 miglia di Hockenheim.
Per venire incontro alle esigenze dei piloti privati, nel 1968 viene prodotta anche la versione di 1300 cm3 aspirata, denominata GTA 1300 Junior Autodelta, vettura con caratteristiche spiccatamente corsaiole, che per quattro anni domina nella propria classe di cilindrata, riuscendo a conquistare, grazie al particolare sistema di assegnazione dei punteggi, il titolo europeo assoluto nel 1971 e nel 1972.
La GTA 1300 Junior viene prodotta in 447 esemplari.
Le versioni corsa preparate da Autodelta erogano una potenza di 160 CV a 8000 giri/min.
Nel 1970 è invece l’olandese Toine Hezemans ad aggiudicarsi il titolo con l’Alfa 1750 GT Am (la sigla Am sta per America), derivata dalla versione GT 1750 modello americano, con iniezione Spica. La carrozzeria presenta i parafanghi allargati per alloggiare ruote da 13 pollici con canale anteriore da 9 e posteriore fino ad 11. Quest’auto affronta concorrenti come BMW e Ford di cilindrata sensibilmente superiore ma, nonostante ciò, riesce spesso ad imporsi.
L’anno successivo entra in scena la 2000 GT Am, grande protagonista in tutte le competizioni, anche a livello assoluto. Nel 1970 si impone a sorpresa nella 24h di Spa Francorchamps, nella quale vince anche la Coupe du Roi, riservata alle migliori squadre. Successo che ripeterà per sette anni consecutivi, fino al 1976.
Di GT Am ne vengono costruite circa 40 unità.

LE SPORT-PROTOTIPO

Parallelamente alle vetture Turismo, l’Autodelta si impegna anche nella categoria Sport-Prototipo. I primi studi risalgono al 1964 e il primo esemplare vede la luce nel 1965. Dopo la realizzazione di un primo prototipo presso l’Alfa Romeo, quest’ultimo viene inviato all’Autodelta, dove è oggetto di sviluppo e di diverse elaborazioni studiate dalla Casa. Monta il motore a quattro cilindri della TZ2.
Un passaggio importante per Autodelta, che in seguito sviluppa il motore a 8 cilindri a V di 1998 cm3. È questa la prima Alfa Romeo con motore posteriore che fa corpo unico con il cambio e il ponte ad assi snodati. Il telaio è ispirato alla tecnica aeronautica e consiste in tre tubi d’alluminio di 200 mm di diametro a forma di H asimmetrica, destinati ad accogliere all’interno il serbatoio in gomma. Nasce così la 33/2, una vettura che pesa solo 580 kg e che dispone di una potenza di 270 CV che la spingono, nella versione a coda lunga, a 298 km/h.
Debutta il 12 marzo 1967 vincendo in Belgio la cronoscalata di Fléron. Successivamente, nel 1968, viene impiegata nel Campionato Internazionale Marche, mettendosi in evidenza alla 24 Ore di Daytona, grazie al 1° e 2° posto nella categoria 2 litri di Vaccarella e Schutz, e alla Targa Florio. Nel 1968 la 33/2 conquista 15 vittorie assolute e 6 di categoria. Memorabili le vittorie assolute a Vallelunga, Mugello, Imola e i primi tre posti di classe alla 24h di Le Mans. In Australia l’Alfa Tasmania, una Brabham con motore 33 portato a 2,5 litri, ottiene quattro vittorie assolute grazie ai 315 CV erogati dal suo motore a 8800 giri/min. Nell’anno successivo, siamo nel 1969, la 33/2 litri ottiene 14 primi posti assoluti, 2 secondi posti assoluti, oltre a 13 vittorie di classe.
Ne vengono prodotti 30 esemplari da competizione, ai quali si aggiungono altri 18 esemplari della Coupé stradale, disegnata da Franco Scaglione di Torino e costruita da novembre ’67 a marzo ’69.
Quest’auto era l’Alfa Romeo stradale più veloce della storia in quanto, grazie al motore otto cilindri della 33 di due litri da 230 CV, supera i 260 km/h. Il prezzo elevato (9.750.000 lire) ne limita la diffusione, ma si tratta di una vera dream-car destinata a pochi eletti. La carrozzeria è in Peraluman con spessore di 1 mm, che consente di limitare il peso a soli 700 kg.
Tornando alle competizioni, con la 33/3 l’Alfa Romeo entra nella lotta per la classifica assoluta della categoria Sport. Il numero 3 dopo la barra indica la cilindrata di 3.0 litri. Il telaio differisce da quello della 33/2 per la sua struttura in lamiera scatolata in Avional, con elementi in titanio. Il suo nuovo motore dispone di 400 CV a 9000 giri/min. Il cambio a sei marce è posto a sbalzo dietro le ruote posteriori, la carrozzeria è aperta.
Debutta nella primavera del 1969, anno in cui conquista la vittoria assoluta a Zeltweg (Austria) e a Enna (Sicilia). Nel 1970 la 33/3 arriva 2° assoluta alla 500 km di Imola e alla 1000 chilometri di Zeltweg. Nel 1971 il motore viene portato a 420 CV. Il cambio, giudicato il punto debole della vettura, viene rifatto, con cinque marce a denti frontali. I pneumatici anteriori ridotti a 13 pollici e il peso da 700 kg a 650 kg.
I risultati non tardano ad arrivare. Nel 1971 la 33/3 si aggiudica infatti la 1000 km di Brands Hatch con De Adamich-Pescarolo, la Targa Florio con Vaccarella-Hezemans, e la 6 Ore di Watkins Glen con De Adamich-Pescarolo. Successi che, unitamente ad altri brillanti piazzamenti, valgono alla Casa del Biscione il secondo posto nella graduatoria del Mondiale Marche.
Il reparto progettazione dell’Autodelta non si ferma e già alla fine del 1970 prepara una nuova versione con telaio tubolare in lega di alluminio, denominata 33/3 TT. Questa vettura è caratterizzata da un posto di guida molto avanzato. Nel 1972, dopo una lunga sperimentazione, conquista il secondo posto nel Campionato Marche.
Ma è nel 1975 che ha inizio il capitolo più entusiasmante della 33. Il telaio perfettamente a punto e il debutto felice del motore 12 cilindri boxer da 500 CV sviluppato dall’Autodelta, creano i presupposti per un dominio pressoché totale. Il campionato Mondiale è vinto con sette successi in otto gare disputate: a Digione, Monza, Nurburgring, con Arturo Merzario e Jacques Laffite; a Spa, Zeltweg e Watkins Glen con Henry Pescarolo e Derek Bell; a Pergusa ancora con Merzario, ma in coppia con Jochen Mass.
Di 33 TT 12 ne vengono costruite solo sei unità.
Sconcertati dalla netta superiorità delle Alfa Romeo, i principali avversari reagiscono, ma l’Alfa torna vincente, aggiudicandosi nuovamente il titolo iridato nel 1977 con la 33 SC 12, che si aggiudica tutte le otto gare in programma con Arturo Merzario e Vittorio Brambilla.
Oltre ad aver vinto il Campionato, la 33 SC 12 stabilisce numerosissimi record sui più importanti circuiti europei: 144,225 km/h di media sul circuito breve del Paul Ricard, 203,820 km/h di media sul tortuoso circuito di Salisburgo in Austria.

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