C’era una volta la Targa Florio corsa mitica e meta di grandi piloti e di grandi case automobilistiche che arrivavano nella Madonie quindici giorni prima della gara.Sembra che parliamo di un periodo lontanissimo anni luce e invece il periodo d’oro su cui ci soffermiamo ,risale a solo cinquant’anni fa, quindi relativamente recente. Ma forse molti non sanno che a quell’epoca la Sicilia vantava due impianti dove si correva la Formula Uno ,una prova non valida per il campionato del Mondo a Siracusa dove corsero fior di campioni fino al 1967 e l’autodromo di Pergusa dove molti piloti di fama fecero l’apprendistato della Formula uno, la vecchia e classica Formula due da cui uscirono piloti del calibro di Stewart, Hill, Pescarolo, Laffitte , Peterson,Jarier, Merzario e tanti campioni di fama.Non per niente la Sicilia venne battezzata :”Terra dei motori”.
Erano giorni stupendi quelli che precedevano la corsa. In giro per le Madonie o in qualche bar di Collesano poteva capitare l’occasione di incontrare Graham Hill l’indimenticato campione della formula uno anni 60/70 o Joackim Bonnier , pilota di grandi qualità con le sport prototipo come le Lola T 70 o le Ford GT 40, fermi a sorseggiare un caffè o a gustare qualche specialità tipica della zona.Ricordo nitidamente i piloti dei miei tempi come Jackie Ickxy ,Jo Siffert,Rolf Stommelen, Nanni Galli,Andrea de Adamich,Vic Elford,Van Lennep ,Arturo Merzario,Sandro Munari ,Ludovico Scarfiotti,Lorenzo Bandini,Toine Hezehmans,Piero Casoni, Helmuth Marko ,attuale DG della Red Bull in Formula uno e il compianto Clay Regazzoni .I bambini marinavano la scuola e lungo il percorso assistevano alle prove incuranti del pericolo.Le persone continuavano la vita di tutti i giorni come se nulla fosse.Gli anziani dopo che tornavano dalla campagna correvano al bar a giocare al tresette o alla briscola in cinque.Ogni tanto sfrecciava qualche auto rombante.
Ancora prima dall’album dei ricordi della Targa Florio che mio padre anche lui patito di motori mi aveva tramandato, ho scoperto piloti come il compianto Barone La Motta ,Enzo Arena,Stirling Moss, Luigi Musso,J.M. Fangio, Olivier Gendebien, Wolfangs Von Trips,Vic Elford ,Maglioli, Ravetto, Chiaramonte Bordonaro ,Starrabba di Giardinelli, nobile Palermitano che corse la Targa fino al 1967 e che poi ho avuto il piacere di intervistare nella sua abitazione a Palermo qualche anno fa.
I piloti della Ferrari ,nel nostro immaginario collettivo sembravano inarrivabili , ma dopo varie ricerche e notizie del loro avvistamento da parte di amici che stavano in paese, freschi di patente o di foglio rosa (allora non c’era telefonino), partivamo alla volta di quelle zone dove le squadre avevano stabilito il loro quartiere generale e una volta arrivati alla meta restavamo ore e ore a fotografare o a volte a parlare con quei personaggi che avevano calcato tutti i più grandi circuiti del mondo.Proprio grazie a queste esperienze, che abbiamo avuto l’onore di conoscere meccanici del calibro di Borsari “il mitico” capo meccanico della Ferrari o il burbero genio dell’Ing. Forghieri che ai box durante gli allenamenti,lavorava alacremente insieme allo staff che annoverava tra le sue fila, l’Ingegnere Catanese Giacomo Caliri e Peter Schetty che molte volte saliva in macchina a provare le soluzioni migliori per la corsa insieme ai piloti Bandini (ottimo callaudatore e conoscitore profondo della meccanica del motore Ferrari), oltre al grande Ludovico Scarfiotti, molto a suo agio con le sport prototipo dell’epoca e autore di belle vittorie alla Targa .Ma quando si parla di Targa Florio il mito che per nostra fortuna è ancora con noi è il grande Nino Vaccarella che per noi Siciliani ha rappresentato e ancora oggi rappresenta il Pilota per eccellenza dei drivers Siciliani , che hanno fatto parlare di se nel mondo(cu nesci arrinesci,dice un proverbio Siculo), grazie alle sue prestigiose vittorie conseguite alla Targa a Sebring in America, a Le Mans in Francia e alla sua luminosa carriera in Ferrari con tante gare nel settore sport e prototipi e qualche apparizione in Formula uno.Poi la carriera con la mitica Alfa Romeo dell’Ing. Chiti.
Ancora oggi a Collesano la domenica mattino, è ancora possibile poterlo incontrare nella piazza principale del paese.
La squadra Porsche arrivava nelle Madonie un mese prima e nella quiete del paesaggio della zona, provava le vetture con il suo collaudatore che era nientemeno che un Siciliano di grande valore, il Barone Antonio Pucci, coadiuvato da un altro grande pilota Tedesco come Edgar Barth. Pucci vinse poi l’edizione del 1964 della Targa Florio, a bordo della Porsche in coppia con l’Inglese Colin Davies.
Campofelice di Roccella era il centro di smistamento di quasi tutte le squadre, molti i garage utilizzati dalle squadre Ufficiali in zona come testimonia l’amico e direttore del Museo della Targa a Campofelice ,Nino Venturella.
Cerda era il centro dove l’Autodelta del mitico Ing. Chiti aveva stabilito la sua residenza .A Collesano faceva tappa Nino Vaccarella ,il Campione Siciliano volante.
Ma un ricordo indelebile è stata l’ultima intervista che riuscimmo a strappare al Barone Antonio Pucci a Castellana Sicula una mattina d’inverno,qualche anno prima della sua morte,uno scoop vero e proprio.Ricordo che lo ascoltavamo affascinati dai suoi racconti del tempo passato, un po sfuocati vista l’età e gli acciacchi fisici che lo segnavano..Quel suo intercalare i suoi tanti ricordi in dialetto tipico Palermitano, fu un momento che non dimenticheremo tanto facilmente.Nonostante l’età non aveva perso il gusto della battuta e dell’ ironia.Aveva conosciuto Vincenzo Florio,con Lui aveva costituito il primo Automobil Club a Palermo grazie ai buoni uffici del Presidente della Regione Alessi; le prime esperienze automobilistiche con una Cisitalia assecondate dalla madre, una nobildonna Palermitana , l’amicizia sincera con Raimondo Lanza di Trabia e il dolore per la sua dipartita.Si soffermava con qualche pettegolezzo simpatico scandito da battute salaci sul bel mondo della Palermo d’allora che gli gravitava attorno .Infine siamo passati ad argomenti più tecnici come la preparazione della Corsa Madonita, l’esperienza con la Porsche, il Titolo di Campione d’Italia e una miriade di ricordi, tra questi un piccolo rimpianto:non essere stato chiamato da Enzo Ferrari a guidare una vettura del Cavallino, nonostante l’amicizia con Dino Ferrari” .Ricordo che ci lasciammo nel pomeriggio inoltrato e quel giorno ci è rimasto incollato a vita nella nostra sfera dei ricordi.
Questa era la Targa e tutto quello che vi gravitava attorno.Ma ci sarebbe tanto da raccontare.Un mondo che si è perduto nell’oblio, fatto di fantasia ,spettacolo e rapporto umano che non tornerà più.
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