Questo è l’estremo sunto di una meravigliosa chiacchierata dal giornalista Max Lo Verde con Mauro Nesti effettuata alla fine di febbraio del 2013 in due diverse sere. quasi due ore al telefono in totale. L’intervista voleva sottolineare i legami che Mauro Nesti aveva con la Sicilia e fu pubblicata nel numero di marzo del mensile Sicilia Motori.
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Lo chiamavano “il toscanaccio”.. era considerato burbero e di certo era uno che non le mandava a dire; idolo delle folle, terrore degli organizzatori, che però se lo contendevano a suon di ingaggi, perché Nesti ha dominato il panorama europeo delle cronoscalate per un ventennio e le gare dove c’era lui erano sempre più avvincenti, anche se dall’esito quasi scontato. Il toscanaccio era in realtà una persona schietta e, come mi ha scritto un amico, con le persone giuste lui era un giusto. Durante la piacevole chiacchierata mi ha chiesto più volte di andarlo a trovare e comunque di richiamarlo.. una cosa che mi ha onorato molto ma che per un motivo o l’altro ho sempre rimandato.. un uomo di un’altra tempra.. ci mancherai Mauro.. unico, vero Re della montagna!
-Non c’è gara siciliana che non manchi nell’albo d’oro di Mauro Nesti. Qual’è quella che ricordi con più piacere, non solo per percorso, ma organizzazione, accoglienza, tifo etc. ?
-L’accoglienza è sempre stata fantastica in tutte le gare siciliane, quella che ho più nel cuore è di certo la Targa Florio, mentre tra le cronoscalate sceglierei di certo la Cefalù – Gibilmanna, che era la più guidata.—-
- Quali sono state la prima ed ultima gara disputata in Sicilia
- La prima è stata a Cefalù nel 1974 per la cronoscalata Cefalù – Gibilmanna e l’ultima la Coppa Nissena del 1997.
- Tu hai corso e vinto anche in pista, a Pergusa. Ti ricordi di quelle gare ?
- Pergusa era una bella pista, ci voleva il pelo sullo stomaco nella versione con i curvoni, anche se ci ho corso anche con le varianti.
- Nel tuo curriculum anche diverse partecipazioni alla Targa Florio, l’ultima della quale proprio nel 1977 con la Chevron 3.000 in coppia con Grimaldi. Che ricordi hai di questa gara, e come la puoi comparare al Mugello stradale, se ci hai corso ?
- Ho dei ricordi belli e brutti: Enrico era tanto che voleva fare una gara di durata insieme a me, mi contattò in occasione della Targa di quell’anno, io avevo una Chevron 3.0 che montava il motore Cosworth DFV di Formula Uno con la quale abbiamo fatto una splendida gara che in qualche modo ci fu.. “rubata”. Alla partenza del primo giro venne giù un acquazzone incredibile, ma solo nei primi tre chilometri del percorso e fu molto difficile perché era come infilarsi all’improvviso in un muro d’acqua. Io misi due ruote fuori dall’asfalto, uscii di strada e si spense anche la vettura. Da lì iniziò una rimonta che mi portò sino alle spalle della vettura di Restivo: non lo superai nella zona di Campofelice perché la strada era stretta e sarebbe stato rischioso, contavo di farlo sul rettilineo di Buonfornello ed invece poco prima ci fermò una camionetta dei carabinieri proprio all’uscita di una curva. La gara era stata fermata per l’incidente di Gabriele Ciuti dopo Buonfornello ma ancora oggi mi vien da pensare ricordando che Restivo era figlio del ministro dell’Interno e che io fui bloccato dai carabinieri e non dai commissari di percorso.. Rispetto al Mugello stradale direi che sono due gare abbastanza simili, anche se la Targa, nonostante il rettilineo di Buonfornello dove con la mia Chevron toccavo i 300 km\h, aveva una media più bassa. Quello che posso dirti è che chi non ha fatto la Targa Florio, il Mugello stradale o il Nurburgring non ha corso in automobile!
- Nei tuoi ricordi siciliani vi è una contestazione contro una vittoria assegnata proprio all’idolo di casa, Ninni Vaccarella …. dicci di più
- Beh quella fu una cosa vergognosa, ma non è colpa dei siciliani, tanto che alla premiazione ci fu una forte contestazione del pubblico in mio favore e contro Vaccarella, il direttore di gara ed il presidente dell’Aci mentre io fui portato in trionfo. Vaccarella correva con un due litri ufficiale dell’Abarth mentre io avevo a disposizione solo un motore 1780 e nonostante ciò ero arrivato primo. Ci fu reclamo al peso e le operazioni furono fatte su un bilico ed in maniera decisamente poco trasparente mentre nel frattempo la macchina di Vaccarella era scomparsa per più di mezzora. Alla fine la mia macchina risultò più “leggera” di due chili ed assegnarono la vittoria a lui. Io conservo ancora una coppa che gli sportivi locali mi fecero arrivare a casa come il vero vincitore della Coppa Nissena del 1972.
- Il pilota siciliano che hai temuto maggiormente ?
- Se devo fare un nome direi Benny Rosolia, ma anche Enrico Grimaldi non andava certo più piano, solo che Grimaldi credo che sia uno che ha sempre corso regolare, mentre su Rosolia le mani sul fuoco non ce le metterei. Ovviamente questa è solo una mia idea.
- Avrai imparato in siciliano un modo di dire, qualche parola dialettale …
- Guarda.. io se mi impegno parlo in siciliano quasi come un siculo, solo che ogni tanto vien fuori qualche parola che non è tanto… elegante anche se conosciuta a livello internazionale..
- Un aneddoto particolare ..
- E’ sempre legato alla Cefalù Gibilmanna: Pino Spinosa, patron della gara, lo stesso che mi aveva portato per la prima volta in Sicilia, mi aveva promesso un ingaggio a quei tempi sostanzioso. Considera che c’erano delle spese notevoli per arrivare sino a Cefalù ed io poco dopo essere arrivato chiesi un anticipo ma lui cercava sempre delle scuse e mi stava facendo capire che forse non avrebbe onorato in pieno la promessa. Nel frattempo venni a sapere che aveva ingaggiato il tedesco Herbert Stenger e l’aveva pagato più di me! A quel punto telefonai in Puglia, dove si svolgeva nello stesso giorno la gara “Selva di Fasano”, ed ottenni lo stesso ingaggio che mi era stato promesso in Sicilia: nella hall dell’albergo Costaverde davanti a tutti diedi il benservito a Pino Spinosa e me ne andai.
- Sai che c’è in progetto di rifare la Targa di velocità, magari per il centenario?
- Magari! Verrei a farla anche con una carriola! Ma io ho il mio camion sempre pronto con su l’Osella PA9\90 con anche la benzina dentro! Ed ovviamente con le scarpe di Ciccio! Ne ho ancora un paio nuove.Questo era l’entusiasmo e l’amore per l’automobilismo di questo giovanotto 78enne.. ancora pronto a calarsi nella mischia. Nelle prossime ore verrà pubblicato un ampio stralcio della registrazione dell’intervista… Mauro non aveva paura della morte, c’era già andato molto vicino e sapeva cosa lo aspettava.. è da ascoltare! Ora sappiamo che sei tornato in quel luogo meraviglioso che avevi visitato solo per qualche ora.. riposa in pace.
I funerali avranno luogo domani 14 novembre alle 15.00 a Bardalone, frazione di San Marcello Pistoiese dove era nato il 12 agosto del 1935. |
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