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Intervista al driver Siciliano Anni 50/60 Starrabba di Giardinelli

INTERVISTA AL DRIVER GATTOPARDO PALERMITANO,PRINCIPE GAETANO STARRABBA DI GIARDINELLI.

 

Quando ho incontrato il Driver Principe Starrabba di Giardinelli indimenticato pilota a cavallo tra il cinquanta e il sessanta ,mi sono trovato proiettato in un ‘altra epoca storica come se il mondo si fosse fermato in un determinato contesto storico.Un mondo a parte una casa piena di tanti ricordi ,anche le minuzie. Gaetano Starrabba di Giardinelli   è il tipico rampollo della nobiltà Siciliana,che all’uscita di scuola trovava ad attenderlo una carrozza coupè a cavalli con il fido Don Angelo.Pare che non avesse tanta predilezione per la scuola ,dimorava quasi sempre presso l’Hotel delle Palme dove solitamente aveva a suo nome una camera prenotata.

Era un ammiratore di Stefano la Motta e di Luigi Bordonaro che quegli anni con le loro vetture rombanti si preparavano per il Giro di Sicilia .Al Liceo l’incontro con Ninni Vaccarella e con Clemente Ravetto che gli faranno scattare la molla delle corse.Lo abbiamo incontrato  presso la sua  dimora che domina tutta Palermo con la Cattedrale Maestosa di fronte .Il Principe Gaetano Starrabba di Giardinelli   è stato pilota di vetture sport e di formula, di primario livello, dotato di indubbie qualità di guida  che gli consentirono diversi successi nel periodo in cui si trovò a correre.

Condusse vetture di svariate marche prima una Topolino C preparata da Stanguellini con la quale debuttò negli anni 50.Proseguì con una Fiat 1100 TV poi con una Patriarca Sport,  una Lancia Aurelia B20 e B21 di due litri e mezzo.

Poi si cimentò con una Maserati 2000 Sport e una De Sanctis .Man mano passò da una Brabham F2 a una una Lotus Maserati F1.

Venne presentato a Enzo Ferrari che per i clienti facoltosi aveva un debole.Il Drake gli presentò il Figlio Dino e il suo entourage.Dopo quella visita Starrabba stipulò il contratto per la sua prima Ferrari 500 Tr ,divenendo pilota ufficiale del Cavallino Rampante a seguito delle clausole concordate nel 1956. Nacque la squadra Azzurra Ferrari formata oltre che da Starrabba anche  da Gino  Munaron, Cortese  e Carini.Su quella vettura espresse il suo talento nel misurarsi con piloti del calibro di Fangio, Moss e Hawtorne .

“E’ stata  la Ferrari 500 TR, la vettura migliore che abbia mai guidato,afferma Starrabba”. Corse per il Cavallino sia nel 1957  che nel 1958.Ottenne tanti piazzamenti di prestigio.La sua carriera ebbe fine nel 1967.Sposato con Rachel di origini caraibiche non ha avuto figli e la dinastia si è estinta.Adesso continua la sua attività di Agricoltore.

Gaetano Starrabba ,insieme ai due big  Siciliani ,Nino Vaccarella e il mitico Barone Antonio Pucci di Castellana Sicula, in campo automobilistico, ha rappresentato il top dei driver Siciliani che hanno dato lustro a questa terra

Ci ha accolto  proprio davanti la bacheca dei suoi trofei e delle sue innumerevoli medaglie, con la gioia e l’entusiasmo che gli conoscevamo quando ancora correva sulle strade delle Madonie con la sua Ferrari 250 Le Mans e con la Maserati  in coppia con Cortese , Le Pira  e Lo Coco.

Egli dopo avere ripercorso alcuni momenti della sua carriera attraverso la visione  e la lettura  di alcuni giornali  e articoli dell’epoca(impossibile leggerli tutti dato il tempo) che ne esaltavano  le sue gesta , si è particolarmente soffermato su un bigliettino di ringraziamenti scritto di pugno dal mitico Drake Enzo Ferrari in cui il Commendator Ferrari ne  elogia e ne apprezza   le sue qualità  e le sue doti di combattente. Doti  che  lo portarono a conquistare  diverse vittorie  sia nell’assoluto  come una Monte Pellegrino del 1957 e una gara  valevole per il campionato di Formula due a Pau, dove  il driver palermitano  ottenne una meritata vittoria  staccando alla fine il mitico e compianto pilota inglese, Jim Clarke.

Questa serie di performance lo portarono a fare il grande salto in Formula uno nel 1961  a bordo di una Lotus con motore Maserati, in quella corsa c’era anche Nino Vaccarella , proprio nel giorno in cui il circuito Monzese doveva incoronare  Von Trips campione del mondo con la Ferrari che  il Principe aveva avuto modo di conoscere  a Palermo in occasione di una Targa Florio.

Purtroppo quello fu un giorno triste  in quanto la Ferrari di Von Trips all’uscita di una curva arrivò velocissima  falciando gli spettatori assiepati ai lati forse per problemi ai freni e la vettura letteralmente volò e ricadde pesantemente sul selciato. Il corpo di Von Trips venne sbalzato per terra fuori pista.

Il pilota Palermitano ricorda  a questo punto lo sgomento e l’impotenza che provò  quando la sua Lotus  si trovò a passare accanto a quello che rimaneva di Von Trips e ai pezzi di lamiera sparsi sul circuito che avevano colpito e ucciso numerosi spettatori in tribuna.Fu il giorno più brutto della sua vita.

Gaetano Starrabba   ha vissuto momenti esaltanti  e felici, ha ricordato con fierezza la sua vittoria  sul difficile circuito dell’Avus, una sopraelevata dove si toccavano folli velocità più che a Monza.Sicuramente una carriera esaltante e densa di soddisfazioni costellata da amicizie sincere e durature come quella con Luigi Musso ed Eugenio Castellotti  o quella con Phil  Hill e John Bhera che troverà la morte con l’auto acquistata da Lui.Parlando della Targa Florio  il Principe ha  avuto un fremito, gli si sono illuminati gli occhi ricordando il mitico Don Vincenzo Florio ,grande amico del padre allora presidente dell’ACI a Palermo.La gara ci ha raccontato era molto dura con un percorso,quello Madonita pieno di insidie ci voleva  una dose fantasia, intelligenza e amore del rischio e dell’avventura oltre che rigore tecnico.

Non ci dimentichiamo che per la Targa  le grandi case Automobilistiche costruivano auto apposite per il percorso come le Porsche  908 Barchetta e le Ferrari 330 P4.

Dopo essersi soffermato su notizie di carattere tecnico riguardo le vetture guidate, ha ricordato  i tempi di Raimondo Lanza di Trabia di Cecè Paladino e del Padre Francesco presidente dell’Aci di Palermo per un certo periodo a cavallo degli anni cinquanta ;inoltre il padre di Gaetano Starrabba fù protagonista con  i piloti Amilcar e Selmson  alla Targa Florio nel periodo del  secondo anteguerra.

A proposito della Targa Florio il Patrizio Palermitano  ci ha voluto ricordare l’edizione del 1957 a bordo di una Ferrari Testa Rossa  2000 che doveva rivelarsi capace di prestazioni  formidabili.

L’auto era nuova di zecca  e Starrabba allora giovane di belle speranze   fiducioso in se stesso,prevedeva che sarebbe stato tra i primi.Pino Fondi nel volume “La Leggendaria Targa Florio “ne tratteggia  i tratti tecnici ecco il suo ritratto descrivendone e tratteggiandone le sue doti di combattente .

Si era rivelato  pilota promettente  al volante di una Aurelia 2500 GT berlinetta conquistando un eccellente 2° posto di classe. Starrabba corse in coppia con Cortese  che ormai conosceva a menadito  le strade delle Madonie.Il successo dello squadrone del Cavallino Rampante  fù considerevole,  vinse Musso e Gendebien, terzo si classificò Collins e Hawthorne ,quarti Munaron e Seidel e settimi  con una performance splendida  si classificarono Starrabba e Cortese, arricchendo il successo di Maranello.Fù l’ultima volta che Don Vincenzo Florio  abbassò la bandiera  a scacchi  ma fu la volta che il giovane Starrabba si consacrò pilota di rilievo davanti a gente che correva in formula uno.

Quello fu per me ricorda il driver palermitano, una immagine incancellabile soprattutto per chi era presente all’arrivo.

Oggi ci racconta, è morto lo spirito dei Florio, Non vedo uomini all’altezza di incantare il mondo  come lo faceva Don Vincenzo Florio e poi guardare quelle tribune semidistrutte che potrebbero essere adibite a qualcosa  di  attinente  la Targa, mi fa male al cuore.

Ci ha incantato  per due ore di fila raccontandoci  storie e aneddoti che non dimenticheremo facilmente, come le lacrime di sua nonna  appena seppe dell’uscita di strada del Conte Masetti a Cerda.

Su un volume  fatto con la collaborazione della Ferrari ci ha mostrato una ampia biografia che la casa editrice Nada e la Ferrari gli ha voluto dedicare insieme ai big Vaccarella e Antonio Pucci.

Si è soffermato ancora sulla Targa ,  esprimendo il desiderio di rivederne una in tempi di automobilismo moderno.La  corsa ha rappresentato per tutti gli sportivi siciliani  tanto.Ha  ricordato con grande affetto  Salvatore Catanzaro  con il suo Museo  pieno di ricordi interessanti,ubicato a Cerda ,  Giacinto Gargano a Collesano organizzatore e consulente appassionato del prestigioso Museo della Targa adesso deceduto, e da qualche anno aggiungiamo un grande sportivo di Campofelice di Roccella,Nino Venturella, che ha da poco istituito un interessante  Museo  proprio a  Campofelice . Grazie al loro contributo adesso le Madonie possono vantare delle testimonianze tangibili che tutti gli sportivi potranno conoscere.

Alla fine ci ha ringraziato per la nostra ricerca e la curiosità mostrata.Ci ha  lanciato  questo messaggio che noi facciamo nostro:

L’importante è non perdere se stessi e l’amore per questa meravigliosa terra di Sicilia.

 

 

 

 

 

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