Maria Teresa de Filippis, prima donna a correre in Formula 1, è scomparsa questa mattina alla soglia degli 80 anni.
In un mondo dove le donne non hanno avuto grande spazio, se non dall’altra parte della barricata, Maria Teresa era stata la prima. Con una Maserati 250F privata partecipò a quattro gare nel 1958 con un decimo posto in Belgio come miglior risultato. Fuori dal mondiale si segnalò per il quinto posto al Gp di Siracusa quello stesso anno.Partecipò ad una edizione della Targa Florio 1955 su una due litri Maserati in coppia con Bellucci, tra le Maserati ufficiali si distingueva in quella edizione quella guidata da Musso e Villoresi. Sempre nel 1955 partecipò ad una edizione del Giro di Sicilia con una Maserati A6 GCS ,classificandosi decima assoluta.
Vinse una edizione della corsa in salita Nicolosi-Etna nel 1955 a bordo di una Maserati .La chiamavano il Pilotino, ma in un mondo rude, ha saputo farsi rispettare e amare fino a diventare vicepresidente del Club International des Ancièns Pilotes de Grand Prix F1 e donna immagine in una delle ultime campagne pubblicitaria della Ubs.
Maria Teresa, figlia di una famiglia nobile napoletana, era arrivata alle corse per scommessa. Appassionata di sport: sci, tennis e soprattutto equitazione, scommise con i fratelli che avrebbe preso la licenza da pilota e sarebbe debuttata in pista. Scommessa che vinse nel 1948, iscrivendosi alla gara in salita Salerno-Cava Dei Tirreni e vincendo con la sua Topolino la classe 500 della categoria Turismo. “Bambina mia, vai piano e vinci”, la raccomandazione della mamma.
Ma più che per i risultati, Maria Teresa de Filippis fu importante perché aprì una strada. Fu la prima e dimostrò che il mondo dei motori non era riservato agli uomini. A lei devono dire grazie Lella Lombardi e Giovanna Amati, le sue eredi italiane. Ma anche Danika Patrick, la più famosa donna da corsa dell’ultimo periodo insieme a Susie Wolff e alla sfortunatissima Maria De Villota. Donne da corsa e non soltanto compagne dei piloti. E’ grazie a Maria Teresa che è cominciata anche questa parte della storia dove il capitolo più importante deve ancora essere scritto. “Quando scendevo dalla macchina- ha raccontato – avevo, come tutti, il viso sporco di nero, però, dopo essermi lavata e cambiata, ritornavo ad essere “la signorina F1”, magari con in testa il foulard che a me piaceva”. Tosta, ma femminile.
Un grazie a MariaTeresa lo devono un po’ tutte le donne da corsa da oggi, comeMichela Cerruti che ad esempio è stata la prima a vincere in monoposto a Monza…
Quando toccò a Maria Teresa debuttare, non c’erano altre donne. Soleva dire sempre a chi la intervistava: “A aiutarmi furono Gigi Villoresi, specie quand’ero agli esordi e Luigi Musso che mi ha insegnato le finezze della guida di una Formula 1. Luigi, che chiamavo affettuosamente “Gè”, era un perfezionista. Mi ha insegnato a migliorare lo stile e a rendere più pulite e redditizie le traiettorie. Si trattava, ripeto, di finezze, ma nella guida da corsa sono molto importanti per abbassare il tempo sul giro. Un altro ringraziamento va a Jean Behra, un uomo senza paura che mi incitava ad andare sempre più forte”.
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